Come funziona il processo

Soffermiamoci un attimo sul funzionamento dei comuni motori a combustione interna. In condizioni normali, il movimento avviene grazie alla combustione di una miscela proporzionata di aria e benzina vaporizzata, che si verifica nel momento in cui il pistone comprime tale miscela e viene quindi spinto in direzione opposta, generando un’oscillazione continua che mette in moto l’intero sistema (foto). Quando invece il processo si verifica con temperature esterne particolarmente basse, la benzina incontra maggiore difficoltà a evaporare. La struttura interna compensa aggiungendo un quantitativo superiore di carburante alla miscela, parte della quale potrebbe accidentalmente riversarsi sulle pareti dei cilindri. Il problema è dato dalla marcata proprietà di solvenza della benzina, che in questo caso si manifesta rimuovendo parte dell’olio dai cilindri e compromettendo perciò il fluido scivolamento dei pistoni; se ciò non avviene correttamente e aumenta l’attrito, può aumentare di pari passo il deterioramento delle componenti interessate. Crolla allora il mito del “preriscaldamento” del motore votato al prolungamento del suo ciclo di vita, che si vedrebbe invece compromesso dal perpetuarsi di questa erronea consuetudine.

Convinzioni sbagliate

L’idea che si possa prevenire il tutto lasciando acceso il motore per un lasso di tempo precedente alla partenza, è spesso figlia di un malinteso che tende a confondere l’aria calda interna alla vettura, proveniente dal radiatore, con un motore effettivamente caldo, ottenibile mettendosi semplicemente alla guida. Il riscaldamento a macchina ferma non ha la funzione di coadiuvare il raggiungimento della giusta temperatura del motore, al quale provvede invece la centralina della vettura iniettando quella che Ciatti definisce “miscela arricchita” (che differisce per una più alta percentuale di carburante) finché non si raggiunge almeno la gradazione di 4 Celsius. L’immaginario comune estende il problema ad altre parti dell’automobile: il liquido del servosterzo, ovverosia il fluido che rende preciso e confortevole il controllo sul meccanismo di sterzo, può essere, secondo alcuni, soggetto a un mal funzionamento causato dal freddo. Preoccupa solitamente l’effetto negativo della temperatura sulla viscosità del liquido, che potrebbe non scorrere in maniera adeguata. Le nozioni di Ciatti smontano anche questa convinzione, avvalorando nuovamente la tesi per cui mettersi direttamente al volante e guidare ad una velocità ragionevole sia la prassi migliore da seguire (così da usare la pompa addetta alla gestione del liquido, altrimenti inutilizzata se la macchina viene lasciata accesa ma ferma).

Dove nascono tali convinzioni?

Si tratta ormai di un mito anacronistico, le cui origini sono da attribuire ad un periodo, precedente al 1980, segnato da motori a carburatore sprovvisti di iniezione elettrica; se il carburante era troppo freddo, nessun meccanismo di controllo era in grado di intervenire, e la vettura semplicemente faticava a partire. Scaldare il motore assumeva allora un significato del tutto diverso e decisamente più opportuno.

Cosa fare e cosa non fare

I consigli da seguire onde favorire le prestazioni del motore prevedono un utilizzo dosato del pedale di accelerazione, tenendo a mente i canonici 5/15 minuti necessari al motore per giungere a temperatura nei mesi più gelidi (le tempistiche ovviamente variano in base alle specifiche dell’automobile e dell’ambiente circostante), nei quali è comunque sempre bene mantenere una velocità moderata.

Dare gas bruscamente nella fase di avvio non porta ad una partenza sprint ma può altresì essere fonte di sprechi: si stima una perdita di efficacia del 12% della combustione di carburante in corrispondenza dei climi più rigidi. Partire a tavoletta, se non è nocivo, è quanto meno inutile.

In definitiva, per quanto sia palesemente sgradevole salire su un’automobile fredda e, di contro, quanto sia molto più piacevole aspettare che la vettura sia riscaldata, bisogna soppesare l’agio con una totale assenza di benefici pratici a livello di meccanica, un inquinamento maggiore e una dilapidazione in termini di tempo e finanze.

È consigliabile inoltre essere particolarmente accorti alla manutenzione della propria automobile, che deve renderti sempre pronto ad affrontare ogni eventualità, soprattutto in questi mesi in cui le difficili condizioni della guida invernale possono mettere a dura prova tanto la buona salute della vettura quanto la sicurezza dei passeggeri.

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